Pincon , nonostante il fido Charles tenti ripetutamente di spronarlo verso i nuovi cambiamenti sociali, si trova trascinato nel vortice della bella vita parigina dal gaudente Lamantille e travolto dalla passione per Flo-Flo. Contemporaneamente il cugino, wagneriano, Camaret viene lasciato da Lucille , che è offerta come sposa a Pincon stesso dalla madre Clotilde. Tra equivoci, colpi di scena, personaggi gaudenti e rivelazioni a sorpresa, ci si ritrova ad una festa nuziale funestata da un Colonnello, dongiovanni da operetta, e poi in un albergo per divorziande dove la proprietaria e una scaltra cameriera ingarbuglieranno ancor più la storia per un finale a sorpresa.
Carlo Terron, drammaturgo di straordinaria prolificità, ma anche apprezzato psichiatra, conosceva assai bene l'arte di indagare i mali della società contemporanea e la psiche individuale e collettiva della gente. L'intera sua opera teatrale si alimenta a queste due fonti. Cercava di risvegliare la responsabilità di ciascuno di noi verso i valori della vita, dell'amore e del sociale. Sceglieva spesso di analizzare situazioni trasgressive, al limite del grottesco, per sviluppare un modo di far teatro che avesse sempre spirito critico, satirico, d'indagine, di approfondimento dei comportamenti umani.
La Regia: “Baciami, Alfredo!...” ha subito catturato l’interesse, per l’ironia, il ritmo, i personaggi così ben costruiti, la musicalità della parola e l’intelligente analisi della frivola società borghese dei primi novecento. La regia ha dato forma visiva a tutto questo utilizzando una scenografia semplice ma elegante e costumi abilmente disegnati e ritagliati nel rispetto dell’epoca, tutti di un unico colore avorio, nell’intento di rappresentare il distacco illusorio dalla realtà della ricca borghesia che ritiene di poter dominare il suo stesso destino: il sogno, quindi, della vita e del teatro.